Fame, fame e ancora fame!
Le tre parole magiche che continuano a rimbalzarti in testa dopo una giornata passata ad arrampicare. Magiche perché finalmente non hai le capacità per pensare ad altro.
Arranchi in direzione della tenda con un solo pensiero: Fame! La tua ragazza ti fa chiaramente capire che... ma tu: hai Fame! Devi solo riempire la pentola di acqua e farla bollire, poi è questione di minuti ma intanto: Fame! Non riesci a pensare ad altro, giochi nervosamente con un bastoncino nella terra e scopri di aver appena disegnato un piatto di pasta, al che pensi: Fame! Ma in men che non si dica la pasta è già dentro la pentola, ed è quasi ora!!! Il momento della scolatura si avvicina, una strana tensione comincia a librarsi nell'aria. Il perché non lo sai ma senti che c'è qualcosa di maligno nell'aria.
"Te la senti?"
"Si, faccio io"
"Vuoi una mano?"
"No, no, figurati"
…Silenzio...
Nulla più si muove, il mondo si è fermato.
E' troppo difficile trovare le parole per descrivere certi momenti. La gioia, la voglia di stare assieme, la natura, le pareti stupende della valle del Sarca. Tutte baggianate!! L’irreparabile è successo. Quasi tutta la pasta è in mezzo all’erba e alla terra! Stief schizza come una molla, senza perdere tempo afferra la sua gavetta anteguerra e blaterando qualcosa contro le olive del sugo agguanta la pasta rimasta nella pentola. Scappa in tenda, condisce il tutto con del tonno e ingurgita la sua pasta allo scoglio come una water la ... Si guarda attorno, sa che potrebbe subire un attacco, ma è pronto a rischiare. È attento, non parla. C’è l’ha fatta in barba… Ormai è salvo. Inermi cominciamo a renderci conto che non abbiamo altra scelta: dobbiamo ricominciare tutto daccapo. Il maiale è seduto, grasso e tozzo, ci osserva beffardo. La pagherà… prima o poi la pagherà… E quel giorno io ci sarò!
Passa un po di tempo ma la presenza maligna è ancora in agguato. Tutto come prima fino a: “ti do una mano?” ma sta volta: “Si, magari. Prendi tu la pentola”. Niente da fare, qualcosa va storto. Ma sta volta la forza della disperazione è più forte dell’acqua a cento gradi! Marco perde il controllo della pentola, Giulia intuisce, decide di sacrificarsi. Con le mani nude fa del proprio corpo una barriera impenetrabile ai carboidrati posseduti dal maligno, doma la gli sbuffi di zolfo fuso e salva tutta la pasta! È ferita ma viva!! Corre a mettere le mai sotto l’acqua fredda. Noi siamo commossi, sappiamo che si è sacrificata per noi. Al suo rientro al campo organizziamo una grande festa, con la banda, l’assessore e il Sindaco che sfila!!! Poi ci sediamo tutti assieme e finalmente mangiamo.
Per la verità non è andata proprio così ma... la fame fa novanta!
Ps. Non ho mai capito cosa voglia dire...